giovedì 26 gennaio 2017

Quella scatola bianca e nera

Il mio monitor di fronte, per un attimo diventa una vecchia TV, quella con risoluzione 4:3, in bianco e nero e con audio scadente, la ricordo a stento, sono dell'83. Sto guardando la finale del festival di Sanremo del 1967. Sto osservando in video canzoni che ho ascoltato centinaia di volte, prima sulle compilation di Claudio Scarpa, poi dai miei amati 45 giri. E mi emoziono. Mi emoziono a vedere, uno dietro l'altro: Iva Zanicchi, Ornella Vanoni, Gianni Pettenati, I Giganti, Orietta Berti, Little Tony, Lucio Dalla, Gian Pieretti, Don Backy, Bobby Solo, Domenico Modugno, Sergio Endrigo. Più che un Festival sembra un sogno. Io sono in platea, lì, in prima fila, e li vedo arrivare ad uno ad uno dal retro del palco, annunciati da Mike Bongiorno. E vedo ad un certo punto loro, Luigi Tenco e Dalida. Li vedo entrare per la prima ed unica volta su quel palco. Perchè lui deciderà di lasciarlo per sempre, lei si ritirerà nel suo dolore, lo stesso dolore che la obbligherà a compiere la medesima scelta. E' bello vederla cantare "ciao amore ciao". Quella canzone che sembra scritta apposta per lei.
Purtroppo il mio monitor non mi fa vedere lui, perché gli archivi della RAI sembrano aver smarrito quel video, ma mi accontento dell'emozione che mi provoca Dalida.
Vi consiglio di vedere questo video. E' fatto male, ci sono molti tagli improvvisi e spesso inspiegabili, ma è bello, e i difetti fanno parte del gioco.

Qui il link per vederla.

Enjoy!

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